Autostima nei bambini: come siamo caduti in errore

comunicazione efficace intelligenza emotiva sviluppo e crescita Jan 18, 2022

Ci siamo incastrati con le nostre mani in una trappola dorata chiamata Autostima.

 

“Come posso rendere mio figlio/a più sicuro?”

Questa è la richiesta che mi sento rivolgere più spesso dai genitori.

 

L'autostima sembra essere diventata il pilastro del benessere psicofisico di ogni individuo: condizione indispensabile di successo personale e sociale.

Non fraintendermi: non voglio certo negare l'enorme importanza che riveste in fase di sviluppo la sicurezza e la consapevolezza di sé, sin dalla primissima infanzia.

Ma trovo sia il momento di dare alla ricerca dell'autostima la giusta dimensione, per comprendere appieno come possiamo davvero essere d'aiuto ai nostri figli, e offrire loro le migliori risorse possibili per la loro crescita.

E te ne parlo proprio ora, nelle prossime righe.



Cos'è l'autostima?

“Questo paragrafo posso saltarlo: lo so già!”

 

Se l'hai pensato, fermati un attimo! Non è come sembra!

Quanti possono dire davvero di conoscere l'esatta definizione del termine autostima?

 

Saresti stupito di scoprire quante diverse interpretazioni possano coesistere nella nostra società!

Questo è dovuto alla personalissima mappa del mondo di ogni individuo, ovvero l'insieme dei valori, delle esperienze e degli obbiettivi che ognuno porta sempre con sé, a spasso per il mondo.

In altre parole, esistono migliaia di risposte diverse alla domanda “Cos'è l'autostima?”, perchè ognuno risponde secondo il proprio sentire. Secondo ciò che gli è stato insegnato da un genitore, un insegnante, una persona fidata. Secondo quello che sente gli sia mancato fino a quel momento della vita. Secondo i suoi sogni e ciò che spera di raggiungere nel futuro. Secondo ciò che crede gli servirà per ottenere tutto ciò che desidera.

 

E allora è il caso di darla fino in fondo quella definizione: per mettere ordine nel mare delle interpretazioni e delle esperienze, ed essere sicuri di comprenderci appieno almeno noi 2, ora, tra le righe di questo scritto.

 

Nel suo best seller La trappola della felicità lo psicoterapeuta Russ Harris definisce l’autostima come un’opinione su sé stessi e un insieme di idee e giudizi sulla propria persona.

E' la sensazione di consapevolezza che ogni persona ha di essere capace e degna di valore.

E' la capacità di essere pronti ad accettare sé stessi per ciò che si è, volersi bene e rispettarsi qualsiasi cosa accada.

 

Nei bambini quando arriva autostima?

Un momento cruciale nella formazione dell’autostima nei bambini avviene intorno ai due anni: iniziano a ritenersi capaci di compiere determinate attività, si spingono a sperimentare per comprendere i propri limiti e quelli del mondo che li circonda, chiedono di “fare da soli” senza l’aiuto adulto, in una costante ricerca vitale di autonomia.

Qui emergono anche le prime paure, legate ad una maggiore comprensione di rischi e pericoli. Inizia a capire che può intervenire sulla realtà che lo circonda, ottenendo da solo o attraverso l'adulto ciò che vuole (o per meglio dire: ciò che sente essere indispensabile per la sua crescita, come arrampicarsi su quel mobile o ottenere l'ennesima macchinina giocattolo!).

Entra in rapporto con i genitori in modo nuovo, cercando in maniera accentuata il loro riconoscimento e la loro approvazione.

A 6 anni poi, con l’ingresso nell’ambiente scolastico, il bambino si trova di fronte a nuovissime dinamiche sociali e ad una modalità di apprendimento nozionistica e guidata.

Qui la presenza dei genitori assume un nuovo significato agli occhi del bambino: mamma e papà assumono sempre più il ruolo di modelli: è in questo periodo che tramite il rapporto con loro, acquisisce capacità di responsabilizzazione, e impara a rendersi autonomo quando si trova al centro della classica scelta tra “bene e male”.

 

Ogni bambino nasce insicuro.

Sei stupito?

Questa è una realtà naturale, che ha la sua valenza evolutiva.

Prova a pensarci: un bambino che nasce, atterra in un mondo sconosciuto. Per alcuni mesi non ha nemmeno la comprensione di esistere come entità separata dalla madre.

E' terrorizzato da tutto ciò che lo circonda e da ciò che avviene dentro di lui, e inizia subito a sperimentare emozioni di ogni genere. Spesso sono emozioni sconfortevoli, ma sono fondamentali per guidarlo nel suo sviluppo fin dai suoi primi momenti di vita.

Sono il mezzo tramite cui il suo corpo gli insegna passo dopo passo ciò sta succedendo intorno a lui. Ed è proprio il corpo che gli indica se e come esplorare l’ambiente, scrutare i visi che gli si avvicinano, imparare a riconoscere i suoni e gli odori che lo circondano.

E' proprio la sua insicurezza, intesa come non -noscenza del mondo, e che porta anche disagio e paura, che lo guida nel suo sviluppo.

 

Abbiamo stereotipato l'autostima?

Siamo arrivati ad un punto in cui si è fatto dell'autostima una condizione indispensabile, una faro a cui puntare a tutti i costi.

Questo è l'errore in cui rischiamo di cadere quotidianamente nell'educazione dei nostri figli: difendere costantemente il proprio sé e la propria individualità, con l'obbiettivo di felicità e successo imperituri senza margine di fallimento.

E così si rischia di demonizzare la paura o l'errore, quale voragine che impedisce una vita vincente.

Ti sembra esagerato?

Come Coach dei genitori, vedo quotidianamente il rischio di fraintendimento: le insicurezze, le fragilità, i dubbi, le paure dei propri figli, danno loro la sensazione che queste emozioni non dovrebbero esserci. Molti si spaventano a loro volta, già proiettati al futuro incerto che si immaginano per i propri figli così insicuri, sentendosi colpevoli di non avere fatto abbastanza.

 

Oggi, qui, te lo voglio dire: aumentare l'autostima di tuo figlio, presuppone l'accettazione della sua naturale insicurezza.

È importante permettere a tuo figlio che che le paure e le incertezze sono normali esperienze di vita, che possono essere vissute e superate, trasformandole a suo piacimento. Nulla blocca la crescita sicura ed equilibrata di un bambino come negare le sue insicurezze e le sue emozioni negative.

 

Ed è così che potenziare l'autostima riprende il giusto peso e la giusta dimensione, smettendo di essere obbiettivo finale a cui aspirare, negando ogni prova contraria o situazione che pregiudichi quel senso di sicurezza e fiducia in sé.

Ed è così che possiamo smettere di lodare e incoraggiare indiscriminatamente, e possiamo iniziare ad accogliere il fallimento, approfondire e comprendere la paura, prenderci il tempo di stare dentro le emozioni che ci fanno sentire insicuri e fragili.

 

Questa è l'autostima solida e duratura che porta al vero successo personale e sociale e alla felicità di una vita soddisfacente.

Non è un obiettivo a cui aspirare, ma la conseguenza di un'intelligenza emozionale sicura e profonda coltivata fin dalla nascita.

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